Ma torniamo alla domanda del titolo. Le unioni civili sono petalose?
Vediamo cosa ne pensano i Social.
Noi, invece, pensiamo di sì: le unioni civili sono petalose e vediamo perché.
Insomma, la storia di Matteo e del suo “petaloso” gli avrà dato senz’altro un’inaspettata notorietà, ma su questa si sono avventati in tanti come iene. Immaginatevi se Matteo, la mamma e la maestra Margherita fossero stati oltre modo previdenti ed avessero registrato il neologismo “petaloso”. Ora sarebbero ricchi, oltre che famosi. Ma c’è da aspettarsi che la storia avrà un seguito: volete che non ci sia qualche brand di questi disposto a sponsorizzare la scuola di Matteo o a prendere Matteo e la sua famiglia come testimonial della prossima campagna? Può darsi pure che Matteo dia il benservito ad Antonio (Banderas)…
Ma la storia ha anche un significato culturale. Matteo ha inventato una nuova parola e il suo desiderio sarebbe quello che la “sua” parola entrasse nel vocabolario. Allora, il desiderio di Matteo diventa il desiderio collettivo e la community social (la nuova società o società 2.0) si mobilita per lui e la chiede a voce alta, quasi la pretende. La società 2.0 (che è anche consumistica nei modi che abbiamo visto) è una mamma che soddisfa sempre i suoi bambini (utenti o prosumer). Se ci pensate, è quello che è successo anche con le unioni civili. I cosiddetti nuovi diritti pescano, in ultima istanza, nel desiderio di amare e di essere amati, quello di essere padri e madri, insomma nel desiderio di essere felici.
Ma può una legge o una parola approvate dal parlamento o dall’Accademia della Crusca soddisfare pienamente il desiderio che abbiamo nel cuore? Faremmo bene a tenere sempre desta questa domanda in mezzo alla “confusione” delle parole e dei dati.
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